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22 maggio: Giornata internazionale per la biodiversità. La grande e fragile ricchezza del nostro Paese, anche a tavola

20/05/2024
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Benessere

Le Nazioni Unite, per rendere omaggio alla Convenzione per la Diversità Biologica del 22 maggio 1992, hanno dedicato questa giornata al miglioramento della consapevolezza sulla biodiversità. L’edizione 2024 della Giornata Internazionale della Biodiversità punta a evidenziare l’importanza di questo tema per il nostro pianeta, soprattutto per quanto riguarda la tutela della natura, della sicurezza alimentare e della salute.

 

Parliamo di un patrimonio, quello italiano, che per quanto riguarda la biodiversità è sicuramente tra i più importanti in Europa per numero totale di specie animali e vegetali. Si parla, infatti, senza considerare i batteri, le alghe e i funghi, di un numero di specie di piante superiori (quelle con radice, fusto, foglia e che si riproducono per semi) di circa 6.700, a cui vanno aggiunte le oltre 1.100 specie di muschi e le 665 specie coltivate.

 

La fauna italiana, invece, marina, terrestre e d’acqua dolce, è stimata in oltre 60mila specie, di cui circa il 98% costituito da invertebrati e il rimanente da circa 1.300 specie di vertebrati. 50mila sono le specie di artropodi, in particolare 12mila sono i coleotteri.

 

Senza dimenticare che la flora presente nei mari italiani sfiora le 2.800 specie, mentre la fauna è stimata in oltre 9.300 specie. Il nostro, inoltre, è un Paese caratterizzato da un grande endemismo, ovvero dalla presenza di specie che vivono solo all’interno dei confini italiani.

 

Parliamo, dunque, di un grande patrimonio vivente messo in grave pericolo da alcuni fattori come l’inquinamento e la grande densità di popolazione che ha determinato nel tempo una sempre più estesa urbanizzazione del territorio con conseguenti disboscamento e cambiamento climatico. Senza considerare la perdita degli habitat naturali: in Europa, oltre il 50% delle specie animali è a rischio di estinzione, mentre l’85% degli habitat protetti è in uno stato di conservazione sfavorevole.

 

Tra le azioni che possiamo approntare per contrastare la perdita di biodiversità, rientrano il controllo delle emissioni di sostanze inquinanti e la tutela della qualità delle acque. Ma anche la riduzione dei consumi e degli sprechi, la ricerca di fonti energetiche sostenibili e la sostituzione di materiali sintetici come la plastica.

 

DALLA FONTINA VALDOSTANA AI PISTACCHI DI BRONTE: LA VASTA E RICCA PRODUZIONE ALIMENTARE ITALIANA

 

La cultura gastronomica del Paese è intrinsecamente legata alla varietà e alla qualità dei suoi prodotti regionali. Ogni piatto racconta una storia, ogni ingrediente ha una provenienza e insieme celebrano l’incredibile ricchezza di un patrimonio che va preservato e valorizzato. La tavola italiana, con la sua biodiversità, non è solo un’esperienza gastronomica, ma un viaggio autentico attraverso le tradizioni e le bellezze naturali di un Paese unico nel suo genere.

 

Ogni regione italiana porta in tavola una storia unica, tessuta con ingredienti locali che rispecchiano la biodiversità dell’ambiente circostante. Dai formaggi delle Alpi ai frutti vulcanici della Sicilia, il patrimonio alimentare italiano è un tesoro di biodiversità che merita di essere conosciuto e rispettato.

 

L’Italia mostra, infatti, una ricchezza che va ben oltre il piacere del palato, rappresentando un elemento cruciale per la sostenibilità ambientale e la cultura. Le varietà locali di frutta, verdura, cereali e legumi sono pilastri di una dieta mediterranea rinomata mondialmente per i suoi benefici sulla salute. Ma oltre al benessere fisico, la biodiversità alimentare italiana supporta una resilienza ecologica essenziale. Le coltivazioni autoctone sono connesse ai loro specifici ecosistemi, promuovendo pratiche agricole sostenibili che rispettano il suolo e riducono la necessità di agenti chimici.

 

Economicamente, i prodotti DOP, IGP e BIO italiani non solo attraggono turisti e buongustai da tutto il mondo, ma garantiscono anche un mercato per le piccole produzioni locali, proteggendo il lavoro e le tradizioni rurali. Questo modello di economia non solo conserva le tradizioni, ma incoraggia anche l’innovazione nel rispetto della terra.

 

Stiamo parlando di DOP Economy, una parte vitale dell’economia agroalimentare del Paese, che contribuisce in maniera significativa non solo al PIL ma anche alla conservazione della biodiversità, alla promozione delle tradizioni locali e al sostegno delle comunità rurali. Secondo l’ultimo rapporto Ismea Qualivita, parliamo di oltre 20 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2022. Con 296 consorzi e 195mila imprese che impegnano 890mila persone, di cui 580mila in agricoltura e 310mila nell’industria di trasformazione.

 

I prodotti certificati pesano per il 20% sul fatturato dell’agroalimentare italiano e crescono anno dopo anno sia nelle vendite interne che nell’esportazione che arriva quasi a 9 miliardi di valore registrando un +9%, mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 miliardi di euro ed è in crescita del 5%. Insomma, una biodiversità alimentare che va preservata anche attraverso un consumo consapevole e stagionale delle sue produzioni.

 

FRUTTA E VERDURA, L’ABBONDANZA DI MAGGIO TRA FRAGOLE, ASPARAGI E FAVE

 

Maggio in Italia è un mese di grande ricchezza e benessere per quanto riguarda la frutta e la verdura, con una notevole varietà che non solo arricchisce le nostre tavole ma rappresenta anche un indice importante di biodiversità, stagionalità e sostenibilità ambientale.

 

La diversità dei prodotti disponibili in questo mese è un esempio lampante di come la natura offra ciò che è più adatto al clima e alle esigenze del corpo umano in un dato periodo dell’anno. Ad esempio, le fragole, che raggiungono il picco di maturazione in maggio, sono ricche di vitamina C e antiossidanti. E le ciliegie, un’altra delizia di questo mese, aiutano l’organismo con i polifenoli e gli antociani, sostanze antiossidanti e antinfiammatorie.

 

Le verdure di maggio, come gli asparagi e le fave, sono altrettanto benefiche. Gli asparagi, sia verdi che bianchi, sono diuretici e ricchi di fibre e vitamine A, C, e K. Le fave, d’altro canto, offrono una notevole quantità di proteine vegetali, ferro e potassio, che contribuiscono alla buona salute e all’energia quotidiana.

 

Questi prodotti non solo sono un toccasana per la salute ma sono anche testimoni della ricchezza biodiversa delle regioni italiane.

 

Ogni area ha varietà autoctone che si sono adattate nel tempo agli specifici terreni e microclimi, offrendo sapori unici e inconfondibili. Ad esempio, le fragole di Verona hanno caratteristiche diverse da quelle di Terracina, a dimostrazione di come la biodiversità sia una risorsa preziosa per il territorio.

 

Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, poi, il consumo di frutta e verdura di stagione e locale riduce il bisogno di trasporto a lungo raggio, abbattendo così le emissioni di CO2 e promuovendo una filiera corta che beneficia l’economia locale. Inoltre, questo approccio supporta le pratiche agricole meno intensive e più rispettose del suolo e delle risorse idriche.

 

Nella cucina regionale italiana, questi prodotti di stagione entrano in ricette che esaltano la freschezza degli ingredienti. Pensiamo alle insalate primaverili, ai risotti con asparagi, o alle frittate con fave e pecorino. Ogni piatto non solo racconta la storia di una regione ma celebra anche la connessione tra il cibo, la terra, la cultura e la salute.