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Aspetto inconsueto, sapore aspro e molto aromatico: la pompìa sarda è uno degli agrumi più rari al mondo e un presidio Slow Food

12/12/2022
copywriter-ohi-vita
Benessere

Troppo aspra per essere mangiata o bevuta: non può essere consumata fresca, ma è l’agrume più raro e prezioso per preparazioni soprattutto dolci dal sapore antico e dalle virtù benefiche. Più unico che raro, a dire le verità, perché cresce solo in Sardegna, diffuso in alcune zone della Baronia e principalmente nel territorio di Siniscola, da Busoni a Orosei, una zona ricca di agrumeti.

Si tratta della pompìa, un agrume dalla scorza bitorzoluta, che può raggiungere anche grosse dimensioni, con un peso medio superiore ai 700 grammi.  È uno degli agrumi più rari al mondo, che Fondazione Campagna Amica ha eletto come Sigillo presente all’interno dell’Atlante della biodiversità. Citrus mostruosa il nome botanico attribuito nel 1837 da Giuseppe Moris a questo frutto, una sorta di ibrido tra cedro e limone (ma qualcuno dice tra cedro e pompelmo), che cresce su un albero simile all’arancio, dotato però anche di spine.

 

A lungo dimenticata, fino alla riscoperta negli anni ’90 ne esistevano soltanto poche centinaia di alberi. Diventata nel 2004 un presidio Slow Food, nel 2015 riceve il definitivo riconoscimento accademico. A questo agrume vengono attribuite molteplici proprietà benefiche, soprattutto di natura antisettica e rinfrescante, per contrastare infezioni delle vie respiratorie, urinarie e gastrointestinali.

 

La pompìa, di cui si impiega soltanto la scorza e la parte bianca, è molto aromatica e viene utilizzata principalmente per preparazioni dolci, che richiedono una lunga cottura e grandi quantità di miele o zucchero come il sa pompìa intrea, ricetta tramandata da secoli solo oralmente e solo per via femminile, e s’arantzata (o arantzada), un dolce d’origine medioevale che veniva preparato per le feste più importanti come nascite, fidanzamenti, matrimoni, un dolce fatto di scorza caramellata riempita di mandorle, miele e i sa trazea, dei piccoli confettini colorati. La pompìa viene impiegata anche per tantissime altre ricette come la panna cotta, granite, gelati, marmellate e confetture. Spalmata sulle carni è ottima per esaltare un contrasto di sapori, mentre per passare da un piatto all’altro niente di meglio del sorbetto alla pompìa, che può rappresentare anche un ottimo dessert, date le proprietà digestive di questo agrume.

Ma la pompìa si presta anche ad altri impieghi non alimentari. La polpa, che non è commestibile per l’elevata acidità, può essere usata per lucidare i metalli come il rame, l’ottone e l’oro.

Poco nota ai più, la pompìa trova però frequente citazione nei racconti della scrittrice sarda Premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda: «Famosa è la “pompia” nuorese, cioè il pomo di Adamo cucinato col miele». A testimonianza del profondo radicamento culturale che questo agrume antico ha nella tradizione gastronomica sarda.