Benessere e sostenibilità del cibo? Per la Generazione Z sì ma attenzione anche al gusto
I ragazzi e i giovani adulti sono sempre più assediati da messaggi in chiave wellness, soprattutto per quanto riguarda il cibo e l’alimentazione. Ma “le aspirazioni stanno cambiando”, segnala la recente indagine sui trend del fitness del Global Wellness Institute.
I giovani, soprattutto quelli della Generazione Z nati tra il 1997 e il 2012, stanno mostrando un senso di insofferenza: “Le pressioni per essere perfettamente felici, belli e sani vengono sostituite da una cultura più realistica e rilassata, anche meno consumistica”.
Quello che emerge è un movimento che poco sopporta il marketing aggressivo, in generale e anche specifico sul benessere. Alla ricerca di un nuovo comportamento più orientato a scoprire sapori che soddisfano il palato piuttosto che alimenti che fanno bene e basta, oltre a volere vedere cosa c’è dietro uno slogan che punta tutto sulla salute controllando, per esempio, che la filiera di produzione abbia seguito regole precise di rispetto dell’ambiente e degli animali.
E l’Italia? Da qui fino al 2030 quali saranno i macrotrend globali dell’alimentazione salutistica? Secondo l’analisi Nomisma Report Healthy e Bio Trends 2022, le modalità di consumo del cibo cambieranno in quattro direzioni:
la sostenibilità produttiva per garantire la tracciabilità e rendere trasparente il modo in cui viene prodotto il cibo che i consumatori acquistano. La transizione proteica per sostituire le proteine animali in modo sostenibile. La riduzione degli sprechi alimentari e diete equilibrate che sappiano unire al benessere un’alimentazione soddisfacente anche in termini di gusto.
Emblematico, in tal senso, è l’andamento del mercato mondiale di organic food & beverage. Negli ultimi dieci anni, le vendite globali di alimenti biologici nel canale retail sono più che raddoppiate, superando i 120 miliardi di dollari nel 2020. E sono, anche qui, soprattutto i giovani che, cercando di restare lontani dai messaggi più aggressivi e insistenti, hanno cominciato a orientare le proprie scelte verso un consumo realmente sostenibile, non solo in termini di alimentazione ma anche di moda, viaggi e tecnologie per il risparmio energetico. Un recente studio del Credit Suisse Research Institute (CSRI) mostra, infatti, come il 75% delle persone tra i 16 e i 40 anni di 10 Paesi intenda vivere in modo sostenibile il proprio futuro. Sono loro la categoria di persone maggiormente disponibile a spendere di più per i prodotti sostenibili come l’energia solare e l’isolamento termico per la casa. E sono sempre loro i più motivati a modificare la propria dieta, riducendo soprattutto il consumo di prodotti di fast food e carne.
Sono loro anche i più propensi ad acquistare prodotti a base vegetale in alternativa a carne e latticini. A ridurre il proprio consumo di capi fast fashion e marchi di lusso. A determinare le scelte di trasporto in funzione di una maggiore sostenibilità: il 63% prevede infatti di acquistare un veicolo elettrico/ibrido, preferenza ancora più evidente tra i giovani laureati nella fascia di età 25-30 anni. Insomma, emerge come la convinzione di creare un mondo più sostenibile passi dalle scelte personali, dall’informazione consapevole ma anche da un atteggiamento aperto e non in chiave assolutista.