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Campania e Basilicata: dove l’ospitalità incontra le buone pratiche della sostenibilità

11/03/2022
copywriter-ohi-vita
Sostenibilità

Non sprecare è, ormai, diventato un vero e proprio comandamento. Se non religioso, sicuramente sociale. A tutti i livelli di attività, soprattutto nel settore alimentare, mantenere comportamenti virtuosi in questo senso non è più solo una questione di buona volontà ma anche di conservazione dell’identità territoriale e di sviluppo vero e proprio. Secondo i dati relativi al 2020 lo spreco alimentare a livello domestico in Italia vale circa 6,5 miliardi, quello relativo alla produzione e distribuzione di filiera oltre i 3, per un costo nazionale di quasi 10 miliardi. Le tonnellate di cibo buttato annualmente in Italia ammontano a quasi 2 milioni. Numeri che, pur rimanendo allarmanti, mostrano miglioramenti: infatti, nel 2020 sono state salvate dallo spreco 222.125 tonnellate di alimenti, 27 kg di cibo a testa, 529 grammi a settimana con una riduzione dello spreco dell’11,7% rispetto al 2019, che si è tradotto in un risparmio nazionale di 376 milioni.

 

Le iniziative avviate da ristoranti e strutture ricettive sono sempre più numerose. In Campania, per esempio, sono 40 i primi agriturismi che hanno deciso di aderire all’iniziativa antispreco promossa da Legambiente e sostenuta da Coldiretti e Terranostra Campania. Una vera e propria campagna a favore dell’utilizzo di materiali virtuosi, che fa bene all’ambiente e alle tasche dei cittadini.

 

SPRECO + RICICLO ha l’obiettivo di coinvolgere ristoranti, agriturismi, mense, banqueting, catering e sale per cerimonie nella conversione ecologica del settore della ristorazione, attuando azioni concrete per prevenire lo spreco alimentare.

 

La campagna prevede la distribuzione e l’utilizzo di vaschette di alluminio per consentire ai clienti delle attività ristorative aderenti di portare a casa il cibo non consumato, tenendo conto che una vaschetta di alluminio, una volta utilizzarla, è riciclabile al 100% e all’infinito.   Spiega Manuel Lombardi, presidente di Terranostra Campania: “Il primo appello ha raccolto immediatamente 40 adesioni dalla nostra rete Campagna Amica, ma siamo certi che i numeri cresceranno velocemente. Il nostro obiettivo è adottare buone prassi che tendano all’obiettivo rifiuti zero, attraverso l’eliminazione progressiva della plastica e dei prodotti monouso, il riciclo degli scarti alimentari attraverso l’installazione di compostiere”.

 

Mentre Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania, ricorda come: “La cultura contadina abbia sempre avuto grande rispetto per il cibo. Una volta si dava un bacio al pezzo di pane che cadeva in terra, come segno di rispetto per il lavoro e per i doni di madre natura. Siamo convinti che l’agricoltura debba giocare un ruolo chiave nella transizione ecologica, che coinvolge la produzione agroalimentare, la tutela del paesaggio e dell’ambiente, l’uso intelligente delle energie rinnovabili, la tutela e il recupero dell’acqua. Rispettare il cibo aiuta a rispettare questo percorso”.

 

In Basilicata, invece la Comunità di Castelmezzano è diventata un vero e proprio modello di sostenibilità, secondo il rapporto mondiale Mountain Tourism: towards a more sustainable path (Turismo di montagna: verso un percorso più sostenibile), pubblicato da FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, e da UNWTO, l’Organizzazione mondiale per il Turismo. Nella pubblicazione, che in 120 pagine riporta esempi da tutto il mondo di istituzioni pubbliche e operatori privati che hanno saputo evidenziare le opportunità della montagna per la società, c’è, infatti, il borgo di Castelmezzano e il comprensorio delle Dolomiti Lucane con il borgo gemello di Pietrapertosa. Una buona pratica messa in risalto tra le sole tre scelte sul territorio nazionale e unica nel Sud Italia per la valorizzazione del patrimonio naturale, culturale ed enogastronomico. Nel testo intitolato “turismo comunitario” si legge come si sia resa possibile la creazione di un indotto economico e occupazionale rilevante, rallentando così la tendenza allo spopolamento nelle aree rurali interne.