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Detergenza di pace: quando gli scarti diventano preziosi igienizzanti, amici della pelle e dell’ambiente

23/06/2022
copywriter-ohi-vita
Sostenibilità

Economia circolare vuol dire soprattutto guardare con occhi nuovi alle risorse di cui disponiamo, che spesso si presentano sotto forma di scarti di altre lavorazioni, ma non per questo sono un rifiuto, anzi spesso possiedono proprietà straordinarie. Tutte da valorizzare, con l’aiuto della più innovativa ricerca scientifica applicata.

E così quelli che erano scarti vegetali, derivanti per lo più dalle lavorazioni del sughero sono diventati protagonisti di una nuova linea di detergenti per la casa la persona e gli animali significativamente chiamata “Detergenza di pace”. La “pace” che deriva dal non avere bisogno di tutto quello che può essere legato alla guerra. “Un design non violento per prodotti senza contenuto di guerra – ha spiegato l’imprenditrice sarda Daniela Ducato, di Edizero Architecture for peace – quindi realizzati con zero acqua, zero sfruttamento di persone, paesaggi, pertanto con zero materie prime.”

Si tratta dei “primi detergenti al mondo a base di sughero ed eccedenze rinnovabili agricole boschive e marine che non diventano rifiuti bensì estratti preziosi con proprietà antibatteriche, igienizzanti e di protezione dagli agenti inquinanti”.

 

Al centro della nuova linea, la ricerca sulle qualità antimicrobiche e antiossidanti degli scarti delle querce da sughero, come corteccia e ghiande, una ricerca già premiata da Skineco, società internazionale di medicina ecodermatologica, e che oggi viene resa disponibile per i consumatori più attenti e sensibili alle questioni ambientali con una proposta di prodotti che spazia dagli  shampoo ai bagnoschiuma, ai prodotti per la pulizia di casa, piatti, bucato, animali, capaci di lavare senza inquinare.

 

Trasformati in polvere idrosolubile, ne bastano pochi grammi per ottenere un detergente liquido fresco e ricco di principi attivi. Il prodotto si chiama Ocean Beat, ed è stato pensato in polvere perché eliminare l’acqua dal contenuto e dal contenitore significa non sottrarre risorse idriche alle produzioni per cui sono indispensabili, come quelle di cibo; ridurre i volumi contenendo i costi di trasporto, stoccaggio e imballaggio; e non utilizzare plastica per i contenitori.

Alla fine, la scelta di Ocean Beat consente di ridurre la CO2 del 90% rispetto ai prodotti liquidi e del 50% rispetto ai prodotti solidi.
Il packaging è totalmente ecosostenibile essendo costituito da una bustina di carta realizzata con scarti agricoli, che può essere utilizzata come concime per vasi e orti.

“Con Ocean Beat, zero acqua, zero plastica, zero materie prime – ha concluso Daniela Ducato -, ci connettiamo al battito del mare ogni giorno mentre laviamo i nostri capelli, il pavimento o il nostro cane”.