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Freschezza, semplicità, stagionalità e origine dei cibi guidano le nostre scelte di consumo: la ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua e Slow Food

14/10/2022
copywriter-ohi-vita
Sostenibilità

Siamo consumatori sempre più attenti e preparati e nel piatto vogliamo mettere delle certezze. È quanto emerge dalla ricerca promossa dall’Osservatorio Reale Mutua sull’agricoltura, in collaborazione con Slow Food e condotta da Nextplora su un campione rappresentativo di circa 1.800 italiani.

Il primo requisito, indicato dall86% degli intervistati, è la freschezza dei cibi, rispetto ai pre-cotti, pronti o surgelati. Accanto a questo, il 22% dichiara di voler conoscere origine e modalità di produzione di quello che acquista, mentre il 17% è interessato anche ai valori sociali della filiera riguardanti la dignità e la tutela del lavoro e della salute degli addetti. Per questo, sarebbero molto apprezzate etichette “narranti”, che riportassero anche informazioni circa l’equità sociale e i metodi di coltivazione e/o allevamento.

 

Si tratta di un approccio responsabile e consapevole, che sempre più guida le nostre abitudini di consumo e si traduce in un’elevata propensione all’acquisto di prodotti di prossimità (29%) e stagionali (36%), preferiti anche per sostenere le economie agricole locali (30%). Per il 77% degli intervistati, il canale di acquisto preferito resta il supermercato, a cui si affiancano i mercati di zona (28%) e le botteghe di quartiere (16%).

 

Per quel che riguarda i consumi, un intervistato su tre (34%) dichiara di assumere frutta più volte al giorno mentre un ulteriore 34% la consuma solo una volta al giorno. Circa la verdura, le percentuali variano tra il 32% e il 28%. Pasta e riso strutturano i nostri menu almeno una volta al giorno per il 39% del campione; i legumi, invece, sono portati in tavola 2/3 volte a settimana dal 42%.

Il pesce viene consumato una volta alla settimana dal 43%, così come la carne rossa, mentre il consumo di carne bianca è in crescita e arriva a 2/3 volte a settimana per più della metà degli intervistati.

«I dati dell’Osservatorio Reale Mutua suggeriscono che gli italiani hanno acquisito una sempre maggiore consapevolezza rispetto ai valori legati a un cibo buono, pulito e giusto: territorialità, stagionalità e la ricerca di prodotti non processati lo testimoniano. Ma c’è di più: inizia a diffondersi anche la consapevolezza che un regime alimentare è sano non solo quando è adeguato dal punto di vista nutrizionale, ma se promuove la salute umana e rispetta quella del pianeta – commenta Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – Questa sensibilità degli italiani può essere una grande chance che, soprattutto in questo frangente storico, non può essere sprecata. La politica deve dare risposte precise e mettere in campo strumenti che consentano scelte alimentari consone e garantiscano la massima trasparenza della filiera produttiva a cominciare dalle etichette, chiare ed esaustive di tutti i valori che gli italiani vogliono ritrovare nel loro cibo».