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I migliori amici della nostra mente? Sono i mirtilli, soprattutto dai cinquanta anni in poi

18/07/2022
copywriter-ohi-vita
Benessere

Finora sapevamo che fanno bene alla vista e al sistema circolatorio, ma ora si rivela un’altra preziosa virtù benefica dei mirtilli, che li rende frutti davvero consigliatissimi. Un recente studio condotto dall’Università di Cincinnati e pubblicato sulla rivista di settore Nutrients ha infatti messo in luce la capacità dei mirtilli di tenere lontana e combattere malattie temibili come il morbo di Alzheimer e la demenza senile.

 

Secondo questa ricerca, consumare mirtilli ogni giorno, soprattutto a partire dai cinquanta anni di età, diminuirebbe il rischio di sviluppare queste patologie a livello cognitivo. Tutto merito della forte quantità di antociani e flavonoidi di cui i mirtilli sono ricchi.

 

I flavonoidi infatti sono degli efficaci antiinfiammatori, promuovono la produzione di energia nelle cellule e migliorano la funzione metabolica. Effettuato su un campione di 33 pazienti, di età compresa tra i 50 e i 65 anni, con problemi di sovrappeso, prediabete e declino cognitivo, lo studio li ha seguiti per 12 settimane in cui hanno consumato tutti i giorni un integratore a base di mirtilli a colazione. Ebbene, i pazienti che hanno seguito il programma di integrazione hanno mostrato prestazioni migliori in termini di memoria e capacità di apprendimento, oltre ad avere livelli di insulina significativamente più bassi.

 

Lo studio di Cincinnati non fa che confermare i risultati già verificati dello studio epidemiologico condotto dai ricercatori del Centro di ricerca sull’invecchiamento umano dell’Usda Jean Mayer alla Tufts University e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition nel 2020.

 

In quel caso, lo studio aveva messo in evidenza come gli ultracinquantenni che consumano ridotte quantità di alimenti ricchi di flavonoidi, come mirtilli, mele e tè, hanno probabilità da due a quattro volte maggiori di sviluppare un Alzheimer o una demenza correlata nei 20 anni successivi, rispetto ai coetanei che ne assumono di più. Ad un basso apporto di flavonoidi, contenuti in mele, pere e tè, ma anche capperi, cipolle, cavolo riccio, broccoli, porri, uva si associa infatti un rischio doppio di sviluppare patologie a livello cognitivo, mentre ad una scarsa assunzione di antocianine (mirtilli, fragole e vino rosso) è correlato addirittura un rischio quadruplo.

 

“Basterebbero una tazza di tè al giorno o una porzione di frutti di bosco due o tre volte alla settimana” hanno concluso i ricercatori, sottolineando che se non è mai troppo tardi per apportare cambiamenti dietetici positivi, l’età giusta sono i 50 anni… per non dover poi correre ai ripari.