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Il turismo in Italia comincia a tavola. Con le grandi eccellenze come l’ Aceto Balsamico Tradizionale di Modena

01/03/2023
lorenzo-monzo
Educazione Alimentare

Oltre un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche in mercati, feste e sagre di Paese. La stima Coldiretti per il bilancio delle vacanze in Italia nel 2022 centra l’attenzione proprio sull’alimentazione che “è diventata la principale voce del budget turistico con un impatto economico valutato attorno ai 30 miliardi di euro su base annua, divisi tra turisti italiani e stranieri che sempre più spesso scelgono il Belpaese come meta delle vacanze per i primati enogastronomici”.

 

La tavola, insomma, si conferma come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa,

 

su 5450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano i segreti della cucina contadina e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.

 

Numeri confermati anche dalla fotografia scattata dall’Istat sui prodotti agroalimentari di qualita Dop, Igp e Stg per l’anno 2021. Numeri che evidenziano la predominanza del settore degli ortofrutticoli e cereali nel numero di riconoscimenti: nel 2021 si attestano a 118, di cui 38 Dop e 80 Igp. Segue il settore dei Formaggi con 56 prodotti e l’Olio extravergine di Oliva con 49 prodotti. A livello territoriale lEmilia-Romagna e la regione con il maggior numero di riconoscimenti Dop e Igp, seguita dal Veneto, dalla Sicilia e dalla Lombardia.

 

Sono soprattutto i settori di eccellenza assoluta a registrare i più alti tassi di crescita. Si è chiuso, per esempio, con un clamoroso segno più l’anno 2022 dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop. Soprattutto in termini di bottiglie certificate, che rispetto al 2021 hanno registrato un ulteriore incremento del 43%, addirittura migliorando il già lusinghiero +30% dello scorso anno rispetto al precedente. I numeri del Consorzio Tutela evidenziano ben 145mila confezioni certificate dalla filiera dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.

 

Spiega il Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Enrico Corsini: “I circa 250 produttori del territorio insieme detengono nelle loro acetaie circa 3 milioni di litri di prodotto in invecchiamento. Una produzione quantitativamente limitata, che unitamente ai grandi investimenti necessari per installare e gestire una acetaia e la lunghezza dell’invecchiamento ne fanno un prodotto esclusivo e di grande pregio, dall’elevato valore non solo economico – che può arrivare fino a mille euro al litro – ma altresì valoriale per l’importante bagaglio di storia di cui si fa portatore”.

 

L’anno 2022 è stato anche l’anno in cui il Consorzio di Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena ha avviato la pratica per il riconoscimento dell’omonimo Distretto del Cibo per la promozione e lo sviluppo del prodotto di riferimento, la valorizzazione della filiera e della cultura e tradizione del territorio.