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Le mele alla prova del cambiamento climatico, per offrirci sempre tutto il sapore croccante e fresco dei loro benefici

19/01/2023
copywriter-ohi-vita
News

“Una mela al giorno leva il medico di torno”, recita il proverbio popolare. E in effetti questo frutto, raccoglie nella sua polpa croccante e succosa, ma anche nella buccia, un autentico patrimonio di sostanze benefiche. Non a caso si tratta di uno dei frutti più popolari e salutari, che in Europa viene prodotto soprattutto in Polonia e in Italia.

 

Con pochissime calorie, e un basso contenuto di zuccheri, infatti, la mela è ricca di fibre, preziose per la salute dell’apparato gastrointestinale, di sali minerali, vitamina C, vitamine del gruppo B, e flavonoidi, dagli effetti antiossidanti e utili per rafforzare le mucose, le unghie e i capelli, oltre a combattere la stanchezza e l’inappetenza.

Da alcuni studi, è emerso inoltre che la pectina contenuta nelle mele, fermentando nell’organismo, produce acido butirrico, una sostanza che i ricercatori stanno studiando come elemento essenziale nei farmaci antitumorali.

 

Il nostro Paese rientra tra i 10 maggiori produttori al mondo. Non mancano tuttavia le criticità, legate al cambiamento climatico, ma anche al particolare contesto internazionale.

 

L’ultima edizione di Interpoma, tenutasi a Bolzano, ha consentito di fare punto della situazione, mettendo in luce che le sfide principali del settore, che per la stagione 2022-2023 si chiamano costo dell’energia, mancanza di manodopera e riduzione dei consumi per l’aumento dell’inflazione.

 

“Un quadro europeo complicato, ha commentato Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela. I dati provvisori che riguardano l’Italia, che vale intorno al 22% della produzione europea di mele (dato in valore), fra i principali Paesi con Polonia e Francia, vedono poco più di 2 milioni di tonnellate, sostanzialmente in linea con la produzione 2021. Risulta in crescita la produzione biologica, che ha raggiunto le 220mila tonnellate rispetto alle 190mila della scorsa stagione.

 

Circa le diverse varietà, si registrano alcuni elementi di novità: la produzione della Golden Delicious scende, mentre cresce la Red Delicious; per la Gala il consuntivo è leggermente inferiore a quello del 2021; per la Granny Smith la produzione è più alta della media; così per le nuove varietà come la Cripps Pink; costante invece la produzione della mela Fuji.

Ma è soprattutto il caldo eccessivo protrattosi fino al tempo della raccolta ad avere degli effetti di ricaduta negativi. Quest’anno, infatti, una percentuale più alta della media delle mele raccolte non sarà destinata al mercato fresco o non potrà essere venduta come merce di prima categoria. A soffrire sono state in modo particolare la varietà Gala insieme a quelle più precoci. A causa degli alti costi dell’energia, del packaging e di tutti i passaggi delle lavorazioni, inoltre, le mele di qualità bassa potrebbero non essere poste in conservazione.

 

In questo contesto, assume un rilievo ancora più importante il progetto di economia circolare portato avanti nell’ambito del Pei (Partenariato europeo per l’innovazione),  con capofila Codipra Trento e la collaborazione di Agriduemila Hub Innovation, Fondazione Edmund Mach e Melinda finalizzato all’impiego di parte delle mele irreparabilmente danneggiate dagli eventi atmosferici per produrre un fertilizzante con proprietà ammendanti, a chilometro zero, adatto ad arricchire il suolo senza asportare ulteriori risorse prime.