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Non è vero che il caffè fa alzare la pressione: il risultato in contro tendenza della ricerca dell’Università di Bologna e IRCCS

17/02/2023
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Benessere

Sembra impensabile, visto che è diventata l’abitudine più diffusa da Nord a Sud nel nostro Paese, ma il caffè espresso è una invenzione relativamente recente. Si afferma infatti a partire dal secondo dopoguerra. Al nord è più lungo, al sud più corto e servito in tazza bollente, a Roma nel bicchierino di vetro, ma ovunque e per tutti prendersi un caffè rappresenta un appuntamento quotidiano davvero irrinunciabile. Con anche dei benefici per la salute, visto il potere energizzante di questa bevanda, e una certa protezione che può esercitare rispetto al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e del fegato, diabete di tipo 2 e morbo di Alzheimer.

Oggi, la più recente ricerca scientifica giunge a sfatare una convinzione radicata che invece vedeva una correlazione negativa tra consumo di caffè e ipertensione.

Un nuovo studio, realizzato dal Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna ed IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola, ha scoperto che bere caffè può aiutare a tenere sotto controllo la pressione sanguigna.

 

Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista Nutrients, infatti, chi ne beve due o tre al giorno ha la pressione più bassa rispetto a chi ne beve una sola tazza o a chi non ne prende affatto. Un dato che vale sia a livello periferico che per la pressione aortica centrale, quella più vicina al cuore.

 

“I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve”, spiega Arrigo Cicero, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore della ricerca.

“Si tratta del primo studio ad osservare questa associazione sulla popolazione italiana, e i dati confermano l’effetto positivo del consumo di caffè rispetto al rischio cardiovascolare“, sottolineano i ricercatori.

Prendendo in considerazione un campione di circa 1500 persone, tra uomini e donne, per ognuna sono stati confrontati i livelli della pressione sanguigna e le abitudini di consumo del caffè, insieme a una serie di altri dati clinici.

I risultati di questo studio “osservazionale” hanno mostrato che la pressione arteriosa periferica è decisamente più bassa nei soggetti che consumano da una fino a tre tazze di caffè al giorno rispetto ai non consumatori di caffè. Un consumo in linea con il parere scientifico dell’EFSA (Autorità Europea per la sicurezza alimentare), che afferma che 400mg di caffeina al giorno sia la dose corretta per la maggior parte degli individui.

“La caffeina è solo uno dei diversi componenti del caffè e certamente non è l’unico che ha un ruolo attivo: effetti positivi per la salute umana sono stati registrati infatti anche tra chi consuma caffè decaffeinato – conclude Cicero -. Sappiamo che la caffeina può contribuire ad aumentare la pressione sanguigna, ma altri componenti bioattivi nel caffè sembrano controbilanciare questo effetto, con un risultato finale positivo rispetto ai livelli della pressione”.