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Più sostenibilità nel bicchiere, la crescita della birra tra tradizione e consumi fuori casa

26/07/2022
copywriter-ohi-vita
Sostenibilità

Una birra fresca alla sera, d’estate ma non solo, sta diventando un rito sempre più diffuso anche in Italia, stabilmente tra le prime tre nazioni per consumo pro capite di vino. Dissetante, di compagnia e, ora, sempre più sostenibile: la birra sta evolvendo e si sta adattando alle esigenze di una società sempre più sensibile alle tematiche ambientali.

 

Orzo da agricoltura sostenibile, riduzione dei consumi di acqua e di elettricità nella produzione, l’impianto di collettori solari nei siti produttivi, packaging riciclabili, compensazione della CO2 nelle attività di lavorazione

 

la birra si adatta al mondo che cambia. E i consumi pro capite sono incredibilmente cresciuti: Coldiretti ha recentemente stimato che nel nostro Paese siamo arrivati a 36,8 litri all’anno diventando anche un traino per l’economia che alimenta una filiera, tra diretto e indotto, da oltre 140mila posti di lavoro.

 

Inoltre, il binomio birra-luoghi della socialità vale oltre 4 miliardi di euro e si stima che tra 5 anni proprio la birra rappresenterà oltre il 50% del business. In particolare, nelle previsioni a 5 anni, la quota delle attività che dipenderanno per metà degli incassi dalla birra passerà dall’attuale 16,7% al previsto 30,2%. È quanto emerge da uno studio commissionato dall’Osservatorio Birra all’Istituto Piepoli, che ha intervistato 200 gestori e proprietari di ristoranti, pizzerie, bar, pub, hotel e locali del Paese, mostrando attese, investimenti e speranze per il futuro degli addetti ai lavori di un settore che conta oltre 300mila pubblici esercizi.

 

L’indagine registra che “non solo la birra resterà la costante del nostro stare insieme, ma la ripresa dei locali italiani ruota attorno a questa bevanda”. Il primo trend attivo registrato dal report è quello di un ritorno alla tradizione, all’insegna della qualità (58,3%). Seconda tendenza emergente, quella che parla di più sostenibilità, anche nel bicchiere di birra (12,5%). Terzo asse del cambiamento è la flessibilità, che si traduce in ampliamento delle fasce orarie (17,7%). Le risposte degli addetti ai lavori delineano un futuro più “liquido rispetto alle vecchie coordinate del fuori casa, momenti e finestre temporali finora definite e sequenziali (colazione-spuntino-pranzo-aperitivo-cena) domani si dilateranno sempre di più. Simbolo di questo cambiamento è “la transizione dall’aperitivo all’italiana al tapeo tipico della tradizione spagnola”, che prevede l’assaggio di cibo e bevande per tutto il pomeriggio”.

 

Già oggi la birra è un ingrediente strategico per la ripresa dei luoghi del fuori casa, dove questa bevanda ha un peso sempre più rilevante, con un valore condiviso di 4.385 milioni di euro. In generale, gli addetti ai lavori del fuori casa apprezzano la dimensione socializzante della birra nei locali. Se per il 35,9% dei locali italiani la birra è già oggi centrale nella propria offerta, il 60,6% dei rispondenti dice che ci sarà sempre più birra domani nei loro locali, principalmente per 3 ragioni: è sempre più richiesta, è poco o per nulla alcolica e permette una buona marginalità. Senza dimenticare la crescita esponenziale della componente della sostenibilità.