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Proteggere l’ambiente e arricchire la nostra alimentazione: la grande versatilità delle alghe

24/03/2023
copywriter-ohi-vita
Sostenibilità

Le alghe sono un prodotto estremamente interessante. Possono essere una fonte di cibo, tanto per gli esseri umani quanto per gli animali, ma possono anche essere essere trasformate per la produzione di biocarburante. Una versatilità che rappresenta anche una ottima prospettiva in termini di sostenibilità.

 

Una ricerca guidata dall’Università australiana del Queensland e pubblicata sulla rivista Nature Sustainability rivela come potrebbe presto diventare realtà

 

la dieta “salva-ambiente” a base di alghe: se sostituisse il 10% dell’alimentazione umana, eviterebbe l’emissione di 2,6 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno da parte dell’agricoltura e salverebbe dallo sfruttamento 110 milioni di ettari di terreno.

 

Sono, infatti, 34 le specie di alghe che potrebbero essere coltivate a scopo commerciale, offrendo un’alternativa sostenibile all’espansione dell’agricoltura terrestre per soddisfare il crescente bisogno globale di cibo e materie prime. Spiega Scott Spillias, che ha guidato lo studio: “Le alghe marine hanno un grande potenziale commerciale e ambientale, sia come alimento nutritivo sia come componente fondamentale di molti prodotti, tra cui mangimi per animali, plastica, fibre, diesel ed etanolo”. L’importante è che la transizione verso la coltivazione di alghe sia fatta con molta attenzione, per evitare di portare nell’oceano i problemi presenti sulla terraferma: “Il nostro studio sottolinea cosa si potrebbe fare per affrontare alcuni dei crescenti problemi della sostenibilità globale ma l’implementazione dovrà avvenire con estrema cautela”.

 

I ricercatori hanno anche individuato alcune delle aree più promettenti per sviluppare l’agricoltura basata sulle alghe: la quota maggiore si trova nelle acque dellIndonesia, dove si stima che siano disponibili per la coltivazione fino a 114 milioni di ettari di oceano. Un’altra area rilevante sarebbe in Australia, che potrebbe offrire 75 milioni di ettari e molte specie native ancora poco studiate dal punto di vista commerciale.

 

Già oggi il mercato globale delle alghe vale qualcosa come circa 8 miliardi di dollari lanno e cresce a un tasso annuo dell8%, fino a salire al 9,7% nei prossimi anni. L’Asia rappresenta il 95% della produzione. Il mercato globale commerciale è maggiormente costruito da acquacultura, ovvero dalla coltivazione, piuttosto che dalla raccolta spontanea delle alghe. La domanda di alghe essiccate in Italia vale circa di 200 tonnellate allanno per utilizzi che vanno dallalimentare alla nutraceutica, dalla cosmesi alla farmacopea, fino ai mangimi per i pesci. Anche se solo meno del 13% viene soddisfatta dalla produzione nazionale e per i tre quarti è concentrata sulla spirulina.

 

Tra le alghe più diffuse da noi a scopi alimentari? La kombu che viene consumata sia cruda che cotta e l’alga wakame che, assieme alla nori è tra le più utilizzate in Giappone. La kelp, ricca di iodio, viene spesso cotta in acqua bollente per diventare una sorta di insalata mentre la salicornia, anche detta asparago di mare, viene lessata al vapore e consumata proprio come gli asparagi, condita con olio e limone. L’alga dulce, invece, ha un gusto affumicato simile al bacon, lagar agar è una specie di gelatina ricavata dall’alga rossa tengusa che trova un largo uso come addensante nella preparazione di piatti dolci e salati. Senza dimenticare, lalga spirulina, lalga klamath, la clorella e la cava che vengono frequentemente impiegate, piuttosto che in cucina, come integratori per lo iodio e nelle diete dimagranti.