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Pochi grassi e tutto il sapore del salmone selvaggio sockeye Ohi Vita affumicato a fette

20/02/2024
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Dalle acque dolci a quelle dell’Oceano Pacifico e ritorno: i salmoni selvaggi, si sa, sono pesci migratori e proprio per questo loro continuo nuotare e spostarsi hanno una carne più magra rispetto ai salmoni di allevamento. Inoltre, quando come il Salmone Selvaggio Sockeye Ohi Vita, nei loro viaggi si alimentano esclusivamente di piccoli crostacei e altri organismi marini, acquisiscono nelle loro carni quella caratteristica colorazione rossa che li contraddistingue.

 

Lavorato in Italia, il Salmone Selvaggio Sockeye Ohi Vita a fette viene salato a mano con sale secco e affumicato con metodo tradizionale, con trucioli di legno di faggio.

 

Pronto da consumare senza conservanti né additivi, apporta anche importanti  nutrienti a basso contenuto di grassi che ne fanno un alimento funzionale.

 

Ottima fonte di proteine ad alto valore biologico, infatti,  è anche un alimento ricco di vitamina D, tra le più importanti per la nostra salute. La D svolge un ruolo determinante per ossa, denti, sistema immunitario e, in generale, per uno sviluppo sano. Il nostro corpo ne produce ma abbiamo bisogno di attingerla anche dal sole e, appunto, da ciò che mangiamo. Cominciando proprio dal salmone, soprattutto non di allevamento, che è tra gli alimenti più ricchi di questa vitamina. Senza dimenticare che rappresenta anche un buon approvvigionamento di acidi grassi Omega 3, fondamentali per la salute del nostro corpo.

 

La selezione accurata della materia prima del Salmone Selvaggio Sockeye Ohi Vita affumicato a fette e i processi che stanno dietro la sua lavorazione raccontano l’attenzione e l’impegno concreto dedicati anche alla cura e alla sostenibilità nutrizionale. Scegliere salmoni, pesci migratori abituati a spostarsi nuotando anche per risalire la corrente dei fiumi, non di allevamento ma pescati in mare aperto costituisce, infatti, una scelta di valore in termini di buone abitudini alimentari. Una forma di sostenibilità che passa anche dalla consapevolezza di un maggiore rispetto dei cicli naturali.

 

STORIE DI SALMONI: DELLA TRADIZIONE, ALIMENTARI E, A VOLTE, PERFINO MISTICHE

 

Il salmone è un pesce unico e proprio per questo ha sempre avuto un posto di rilievo nelle tradizioni alimentari delle culture antiche. L’affumicatura, in particolare, ha nel tempo giocato un ruolo fondamentale non solo come metodo di conservazione ma anche come sapere tradizionale e, a volte, come rito mistico in diverse comunità.

 

Il salmone affumicato è un alimento comune nelle culture antiche, ad esempio dei nativi americani e delle popolazioni delle regioni nordiche come i Sami in Scandinavia.

 

Ha avuto un posto importante anche nella civiltà celtica che considerava i salmoni come espressione di saggezza, soprattutto per la loro capacità di risalire la corrente e di sopravvivere sia nei fiumi che nell’oceano. Mentre i Romani lo chiamavano “salmo salar” riferendosi al verbo “salire” proprio per la loro attitudine a tornare a deporre le uova rimontando i corsi dei fiumi.

 

Le culture prossime all’oceano Pacifico, dal cui mare aperto viene pescato il Sockeye conosciuto anche come salmone rosso selvatico, hanno sempre creduto, invece, che questi salmoni rappresentassero gli spiriti delle acque e viaggiassero su canoe invisibili.

 

Infine, l’affumicatura stessa ha una storia importante, in quanto è uno tra i più antichi metodi di conservazione conosciuti. Per consumare carne e pesce anche oltre l’inverno, infatti, molte popolazioni provvedono da sempre ad essiccarli al fuoco aumentandone la durata attraverso tecniche e metodologie tramandate di generazione in generazione.

 

E, SE AVANZA, PERCHÉ NON FARNE DELLE OTTIME POLPETTINE AL SALMONE?

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

 

Procedimento

 

  • Sminuzzare le fette di pane in cassetta e metterle a bagno in una ciotola ammorbidendole nel latte. Dopo circa 10 minuti, strizzare e il pane e riporlo in una ciotola più ampia.
  • Sminuzzare il salmone affumicato e aggiungerlo al pane. Incorporare anche l’uovo intero, un cucchiaio raso di prezzemolo tritato, la scorza grattugiata del limone, la farina e un pizzico di sale.
  • Mescolare con cura amalgamando gli ingredienti e lasciare riposare il composto in frigorifero per almeno mezz’ora con un coperchio.
  • Togliere la ciotola dal frigorifero e formare nel cavo della mano delle piccole palline di impasto. Passarle nel pangrattato una a una e friggere in abbondante olio di semi bollente.
  • Asciugare nella carta assorbente e servire le polpette ben calde.