Campania e Basilicata: dove l’ospitalità incontra le buone pratiche della sostenibilità

Non sprecare è, ormai, diventato un vero e proprio comandamento. Se non religioso, sicuramente sociale. A tutti i livelli di attività, soprattutto nel settore alimentare, mantenere comportamenti virtuosi in questo senso non è più solo una questione di buona volontà ma anche di conservazione dell’identità territoriale e di sviluppo vero e proprio. Secondo i dati relativi al 2020 lo spreco alimentare a livello domestico in Italia vale circa 6,5 miliardi, quello relativo alla produzione e distribuzione di filiera oltre i 3, per un costo nazionale di quasi 10 miliardi. Le tonnellate di cibo buttato annualmente in Italia ammontano a quasi 2 milioni. Numeri che, pur rimanendo allarmanti, mostrano miglioramenti: infatti, nel 2020 sono state salvate dallo spreco 222.125 tonnellate di alimenti, 27 kg di cibo a testa, 529 grammi a settimana con una riduzione dello spreco dell’11,7% rispetto al 2019, che si è tradotto in un risparmio nazionale di 376 milioni.

 

Le iniziative avviate da ristoranti e strutture ricettive sono sempre più numerose. In Campania, per esempio, sono 40 i primi agriturismi che hanno deciso di aderire all’iniziativa antispreco promossa da Legambiente e sostenuta da Coldiretti e Terranostra Campania. Una vera e propria campagna a favore dell’utilizzo di materiali virtuosi, che fa bene all’ambiente e alle tasche dei cittadini.

 

SPRECO + RICICLO ha l’obiettivo di coinvolgere ristoranti, agriturismi, mense, banqueting, catering e sale per cerimonie nella conversione ecologica del settore della ristorazione, attuando azioni concrete per prevenire lo spreco alimentare.

 

La campagna prevede la distribuzione e l’utilizzo di vaschette di alluminio per consentire ai clienti delle attività ristorative aderenti di portare a casa il cibo non consumato, tenendo conto che una vaschetta di alluminio, una volta utilizzarla, è riciclabile al 100% e all’infinito.   Spiega Manuel Lombardi, presidente di Terranostra Campania: “Il primo appello ha raccolto immediatamente 40 adesioni dalla nostra rete Campagna Amica, ma siamo certi che i numeri cresceranno velocemente. Il nostro obiettivo è adottare buone prassi che tendano all’obiettivo rifiuti zero, attraverso l’eliminazione progressiva della plastica e dei prodotti monouso, il riciclo degli scarti alimentari attraverso l’installazione di compostiere”.

 

Mentre Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania, ricorda come: “La cultura contadina abbia sempre avuto grande rispetto per il cibo. Una volta si dava un bacio al pezzo di pane che cadeva in terra, come segno di rispetto per il lavoro e per i doni di madre natura. Siamo convinti che l’agricoltura debba giocare un ruolo chiave nella transizione ecologica, che coinvolge la produzione agroalimentare, la tutela del paesaggio e dell’ambiente, l’uso intelligente delle energie rinnovabili, la tutela e il recupero dell’acqua. Rispettare il cibo aiuta a rispettare questo percorso”.

 

In Basilicata, invece la Comunità di Castelmezzano è diventata un vero e proprio modello di sostenibilità, secondo il rapporto mondiale Mountain Tourism: towards a more sustainable path (Turismo di montagna: verso un percorso più sostenibile), pubblicato da FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, e da UNWTO, l’Organizzazione mondiale per il Turismo. Nella pubblicazione, che in 120 pagine riporta esempi da tutto il mondo di istituzioni pubbliche e operatori privati che hanno saputo evidenziare le opportunità della montagna per la società, c’è, infatti, il borgo di Castelmezzano e il comprensorio delle Dolomiti Lucane con il borgo gemello di Pietrapertosa. Una buona pratica messa in risalto tra le sole tre scelte sul territorio nazionale e unica nel Sud Italia per la valorizzazione del patrimonio naturale, culturale ed enogastronomico. Nel testo intitolato “turismo comunitario” si legge come si sia resa possibile la creazione di un indotto economico e occupazionale rilevante, rallentando così la tendenza allo spopolamento nelle aree rurali interne.

 

Chiare, fresche, dolci… fragole

Ridurre gli sprechi nei campi come nelle serre è diventato un impegno decisivo, sia per il rispetto dell’ambiente sia, anche, per contenere le incertezze e i costi delle materie prime che continuano ad aumentare. La tecnologia, in questo, è d’aiuto e sono soprattutto le nuove generazioni di agricoltori che si trovano a proprio agio adottando soluzioni e mettendo in campo idee come quella di Sofia Michieli, imprenditrice agricola di Crespino (Rovigo), 24 anni, una laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie all’Università degli studi di Padova con il massimo dei voti.

 

Sofia, ha ricevuto una menzione speciale dall’Osservatorio Giovani agricoltori di Nomisma al termine di un sondaggio su “Giovani e innovazione”.

 

Nella sua azienda di Crespino, Michieli produce fragole in una serra hi-tech di 6mila metri quadri fuori suolo, completamente automatizzata, basata su canaline di irrigazione che consentono di raddoppiare la produzione risparmiando acqua e terra.

 

Un’innovazione che, oltre alla menzione l’ha portata a vincere anche il premio Smau Giovani 2019. Le fragole di Sofia sono prodotte nella provincia di Rovigo in una serra tecnologica ed innovativa che adotta pratiche di coltivazione sostenibili. Come spiega il sito: “Le fragole di Sofia sono coltivate in regime di lotta integrata, prediligendo mezzi di lotta biologici tra i quali il lancio degli insetti utili per il controllo delle popolazioni di insetti dannosi. La nutrizione è gestita con un sistema tecnologico che controlla gli apporti in base al reale fabbisogno e riduce gli sprechi. Le fragole sono raccolte due volte all’anno: in primavera (da fine Aprile a fine Giugno) e in autunno (da fine Settembre a fine Novembre)”.

 

Il lavoro, inoltre, cambia diventando anche più agevole. Spiega Sofia Michieli in una recente intervista a Il Resto del Carlino: “«Abbiamo cercato di dare una svolta con una produzione innovativa. In Olanda la coltivazione delle fragole viene fatta con un sistema, quello dei piani mobili, che consente di coltivare un gran numero di piante su una dimensione più ridotta di terreno. I piani salgono e scendono e così puoi portare le piante all’altezza che ti fa più comodo. Il nostro personale lavora senza bisogno di piegarsi. Le piante sono sospese in aria, una scia rossa che si perde all’orizzonte”.

 

Nell’orizzonte di quei 6000 metri quadrati di serra dove Sofia ha deciso anche di assumere sei ragazzi della provincia di Rovigo, rimasti senza lavoro per l’emergenza Coronavirus. Tutti giovani, poco o per nulla esperti del mestiere e impegnati in una sorta di apprendistato, anche per re imparare quei gesti antichi del mondo contadino che ci appartengono e che, sembra, stiano in qualche modo tornando di attualità assieme al lavoro dell’agricoltore. Meglio se sostenibile.

Sonno&Relax, per un riposo di qualità in armonia con la natura

“Dopo una notte trascorsa male, non siamo gradevoli per nessuno. Il sonno fuggito ha portato via con sé qualcosa che ci rendeva umani”, scriveva Fernando Pessoa. E prima di lui, Voltaire, con una sintesi felice, annotava “dormire non rende felici, ma non dormire è insopportabile”.

 

Il sonno è davvero ristoratore, per il nostro corpo e per il nostro spirito. Un buon riposo, infatti, è condizione indispensabile per mantenersi in salute e regolare le diverse funzioni del nostro organismo, gestire lo stress, promuovere l’attenzione, la memoria e anche la creatività, non ingrassare, contrastare l’invecchiamento e il cattivo umore.

 

Ogni età ha bisogno di un certo numero di ore di sonno: 12-15 ore nei primi anni di vita; 9-11 ore per i bambini in età scolare; 8-10 ore per gli adolescenti; 7-9 ore per gli adulti, che diminuiscono un po’ negli anziani.

Questi sono i dieci consigli che la National Sleep Foundation ha elaborato per migliorare la qualità del sonno:

  1. Vai a dormire e svegliati alla stessa ora tutti i giorni.
  2. Imposta una routine rilassante prima di andare a dormire (musica rilassante, un libro, un bagno caldo).
  3. Assicurati che la tua camera da letto sia fresca.
  4. Assicurati che la tua camera da letto sia silenziosa e senza dispositivi elettronici in funzione.
  5. Assicurati che la tua camera da letto sia buia.
  6. Dormi su un materasso e cuscini comodi e di supporto.
  7. Finisci di mangiare 2-3 ore prima di coricarti.
  8. Fai esercizio fisico regolarmente.
  9. Limita la caffeina nel pomeriggio.
  10. Riduci o abolisci il consumo di alcol e nicotina.

 

Il tempo del riposo è dunque un tempo indispensabile per rigenerarci, e grazie ad alcune semplici abitudini possiamo metterci al riparo da eventuali disturbi del sonno, che avrebbero effetti negativi sul nostro benessere generale.

Anche una buona bevanda calda alla sera è una delle buone abitudini che possono aiutarci a conciliare il riposo ed un sonno di qualità. Come Sonno&Relax della linea Ohi Vita, pensata per offrire tutte le proprietà sedative, calmanti e rilassanti della camomilla insieme alla melatonina, un ormone che il nostro corpo produce proprio per regolare il ritmo sonno–veglia (e che si trova anche in alcuni alimenti, come banane, arance, ananas, olio extravergine e riso). La melatonina, infatti, contribuisce a diminuire il tempo necessario per addormentarsi e a migliorare la qualità del sonno, riducendo anche i disturbi legati al Jet lag. Purtroppo in situazioni di stress e affaticamento e col progredire dell’età, la quantità di melatonina presente nel nostro organismo può diminuire. Ecco che un’integrazione alimentare fino ad 1 mg al giorno può essere un valido aiuto, soprattutto se aggiunta ad una camomilla dalla filiera certificata in ogni sua fase per ottenere una bevanda profumata, dal gusto gradevole e senza zuccheri aggiunti, pronta all’istante.

Basta una tazza di acqua bollente… e il gioco è fatto! Buon riposo a tutti!