Una quiche per un pic nic? Una torta salata, gustosa, nutriente e ogni volta diversa

Finalmente è arrivata la primavera. Cielo azzurro, sole tiepido e giornate che si allungano e ci offrono tante occasioni per gite, scampagnate e, volendo, la prima tintarella in spiaggia o al fiume. Che cosa c’è di meglio di una bella fetta di torta di verdure fatta in casa per fare il pieno di energia, vitamine e fibre vegetali?

Per una idea diversa dal solito, si può scegliere di preparare una quiche, una torta salata di tradizione francese, fatta da un guscio di pasta briseé (sbriciolata), preparata con farina, burro e acqua, e un ripieno tutto da decidere, anche giocando un po’con la lunga tradizione di questa torta.

La quiche infatti nasce in Alsazia e Lorena, una regione francese a lungo contesa dai Tedeschi, e deriva il suo nome dal tedesco kuchen che vuol dire torta, nel senso di guscio di pasta da farcire di creme dolci o impasti salati.

 

Se si sceglie un ripieno a base di crème fraîche, uova e pancetta, si prepara la quiche lorraine, la versione più famosa e tipica della regione della Lorena. Se a questi ingredienti si unisce dell’Emmental si sta cucinando la quiche vosgienne, se poi si aggiunge anche la cipolla, allora quella che si sta preparando è la quiche alsacienne.

 

Oggi noi proponiamo un’interpretazione vegetariana della quiche, aperta a molte variazioni in base alle verdure disponibili, qui nella versione con zucchine e pomodorini. Volendo è possibile arricchirla anche con pancetta a cubetti o dello speck (150 grammi), senza dimenticare che la quiche è molto versatile e viene anche utilizzata come ricetta capace di raccogliere i piccoli avanzi, di verdure, formaggio o, appunto, salumi.

Ingredienti per 6 persone: 250 gr di mascarpone; 200gr di zucchine; 150 gr di farina tipo 0; 50 gr di farina di mais fine; 50 gr di burro; 50 gr di grana grattugiato; 2 pomodori tondi; 3 uova; noce moscata; sale e pepe q.b.

Setacciare insieme la farina bianca e quella di mais e versare il composto a fontana sul piano di lavoro.

Disporre al centro il burro ammorbidito, un dl di acqua tiepida e un pizzico di sale.

Lavorare fino a ottenere un impasto omogeneo, quindi formare una palla e lasciarla riposare in frigorifero almeno 30 minuti.

Nel frattempo, lavare e tagliare le zucchine a fiammifero nel senso della lunghezza, lavare i pomodori e sbollentarli velocemente e tagliarli a spicchi.

In una terrina sbattere leggermente le uova, incorporare il formaggio grattugiato, il mascarpone, gli spicchi di pomodori, un pizzico di noce moscata e uno di pepe.

Stendere la pasta in modo da ottenere un disco di sfoglia di 3 mm circa con il quale foderare una teglia rotonda di 22 cm di diametro, rivestita con carta da forno.

Versare il ripieno e, guarnire con i bastoncini di zucchine. Cuocere in forno preriscaldato a 190° C per 30 minuti. Ottima servita tiepida oppure fredda.

Buon appetito a tutti!

La sostenibilità delle patate, una coltura virtuosa dal campo alla tavola

Che le patate siano un prodotto molto versatile in cucina non è certo una novità, come che siano un alimento ricco di vitamine e di minerali: un ottimo contributo per rafforzare il sistema immunitario. Ma che questa coltura sia anche la regina delle virtù in termini di sostenibilità ambientale potrebbe, per qualcuno, essere una sorpresa.

 

La patata, infatti, è una coltura altamente sostenibile in termini di consumo del suolo per calorie prodotte, limitato utilizzo delle risorse idriche e ridotto impatto ambientale per quel che riguarda la Co2 immessa nell’atmosfera.

 

Assieme a riso, grano e mais, la patata è una delle quattro colonne portanti dell’alimentazione umana. Oggi, è la coltura col più alto ritmo di sviluppo a livello mondiale. La sue caratteristiche di grande adattamento alle più diverse tipologie di clima e alle differenti altitudini di coltivazione che spaziano dalla pianura alla montagna, rendono la sua pianta in grado di produrre la maggior quantità di energia per unità di superficie (ben il doppio del riso!), con un minor impiego di acqua e prodotti chimici di sintesi. Per questo la patata è stata individuata dai governanti cinesi come la coltura più sostenibile, rispetto alle altre tre e si prevede che sarà in grado di fornire almeno il 50% del fabbisogno alimentare nazionale nel prossimo futuro. Ma non è solo la Cina a tenere in grande considerazione questa coltura: anche Africa e Sud America stanno puntando molto sulle patate per affrontare i problemi di sotto-nutrizione e per dare prospettive di reddito più sicuro ai piccoli agricoltori locali.

 

Ma non soltanto nei campi la patata è una regina della sostenibilità. Anche in cucina e sulla tavola mostra quelle caratteristiche di grande adattabilità e versatilità che la rendono particolarmente apprezzata. Le patate intere, infatti, si conservano a lungo al fresco e al buio, fuori dal frigorifero. Una volta tagliate, invece, possono resistere al massimo un paio di giorno, questa volta in frigorifero, mentre quando sono cotte devono essere consumate in tempi rapidi. Di sicuro, possono essere cucinate in mille modi, dal vapore al forno, dalla padella alla frittura. E, poi, in tortini, crocchette, insalate, ripiene e come contorno. E si fa tanto dire del maiale ma anche della patata non si butta via niente, visto che anche le bucce delle patate sono ricche di vitamine, sali minerali e fibre. Un modo per non sprecarle è quello di friggerle per ottenere un piatto croccante, goloso e nutriente. Per realizzare questa come altre ricette al meglio occorrono patate biologiche come le Patate Bio Ohi Vita dalla buccia liscia, integra e senza germogli, spazzolate e lavate con cura.

 

Ma le bucce delle patate si prestano anche a un uso di bellezza per idratare la pelle o anche per calmare velocemente il bruciore in caso di scottature solari ed eritemi. Oltre che a essere usate nel giardinaggio come fertilizzanti organici dal momento che contengono amido, potassio, selenio e altre sostanze che fanno bene alle piante. Tra le ultime e più interessanti prospettive offerte dalle patate in materia di sostenibilità ci sono, poi, i biocarburanti, che possono essere lavorati dalla fermentazione delle bucce e degli scarti e le bioplastiche che, invece, si ricavano per esempio dalla fecola. Per questo, smaltire in modo corretto gli scarti ma anche il packaging del prodotto può essere il nostro contributo alla tutela dell’ambiente e all’economia circolare, che promuove il riutilizzo della materia fin quando è possibile e utile. La confezione delle Patate Bio Ohi Vita è in materiale misto mentre l’etichetta è di carta: sempre meglio verificare prima le modalità di smaltimento del proprio Comune.

Quel buon sapore dei bocconcini di pollo con i corn flakes

Un piatto goloso che può essere fritto in padella o cotto nel forno, in entrambi i casi la panatura ai corn flakes rende queste pepite di pollo particolarmente croccanti e gustose. Una ricetta che arriva o ritorna direttamente dagli USA, anche se è diffusa in tutte le culture e a tutte le latitudini. Ma la nascita di questa preparazione si fa spesso risalire alle antiche piantagioni di cotone americane, là dove gli schiavi usavano friggere il pollo come nei loro villaggi di origine contribuendo ad arricchirlo con numerose spezie che noi, solitamente, invece, non usiamo.

 

Nella tradizione cinese, invece, si usa mettere a marinare i pezzi di pollo in una base di vino o di salsa di soia, sempre arricchita da spezie. Alla marinatura, segue il passaggio del pollo nell’albume d’uovo e nella farina, o in acqua, farina e lievito.

 

Negli Usa è quasi un cibo da strada, sicuramente da consumare in occasione dei grandi eventi sportivi, anche davanti alla televisione.  Di sicuro, in questa versione a base di corn flakes, l’importante è mangiarlo ben caldo per apprezzarne tutte le qualità di croccantezza e golosità.

 

Ingredienti per 4 persone

  • 500 g di petto di pollo
  • 200 g di corn flakes
  • 50 g farina
  • 2 uova
  • sale e pepe
  • Olio di semi per friggere

 

Procedimento

Tagliare il petto di pollo a pezzetti non troppo piccoli.

Sbriciolare con le mani i corn flakes in modo grossolano.

Passare i bocconcini di pollo nella farina, poi nelle uova sbattute con un pizzico di sale e pepe.

Infine, impanare tutti i bocconcini nei corn flakes passandoli diverse volte e avendo cura di premere bene in modo che la panatura si attacchi al meglio.

Cuocere le pepite di pollo in abbondante olio bollente oppure in forno ventilato caldo a 180 gradi su carta da forno fino a raggiungere una bella doratura della superficie.

 

Come mettere nel piatto il giusto peso di proteine, grassi e carboidrati e farne uno stile di vita

Equilibrio. È questa la parola magica che governa la corretta composizione di un pasto e dei pasti al’interno dell’alimentazione quotidiana. Perché è importante bilanciare nello stesso piatto i macronutrienti essenziali per il nostro organismo, ovvero, proteine, carboidrati e grassi. L’eventuale sbilanciamento verso l’una o l’altra delle componenti, a lungo andare può produrre disarmonie, anche per quanto riguarda lo stato di salute come per l’aspetto fisico. Le proporzioni classiche che si dovrebbero seguire sono:

 

40% carboidrati contenuti in cereali, verdura e frutta;
30% proteine magre contenute nel pesce nel pollo, nei latticini magri;
30% grassi, quelli buoni che si trovano per esempio nella frutta secca, nell’olio extravergine d’oliva e nell’avocado.

 

Ovviamente, il fabbisogno energetico varia in funzione dell’energia che consuma il nostro corpo a riposo, dell’età e dell’attività fisica quotidiana che siamo disposti a concederci o che svolgiamo nella routine. In linea generale, la nostra dieta, ovvero la dieta mediterranea, rappresenta già di per sé uno stile di vita, ben più che corrispondere a un elenco di alimenti o a un corretto bilanciamento di percentuali. Occorre, però tenere bene a mente che alla base della famosa piramide alimentare che garantisce una buona distribuzione dei macronutrienti all’interno della giornata, ci stanno tante verdure e un po’ di frutta e cereali, meglio se integrali. Selendo, poi, lungo la piramide, troviamo il latte e i suoi derivati, quelli a basso contenuto di grassi come lo yogurt e l’olio extravergine di oliva, da consumare meglio a crudo e nella misura di 3-4 cucchiai al giorno, oltre ai grassi buoni come quelli forniti dalla frutta a guscio. Per condire, meglio preferire l’aglio, le spezie o le erbe aromatiche al sale mentre, ascendendo ancora la piramide, troviamo gli alimenti da consumare, meglio se non ogni giorno, ma settimanalmente. Ovvero quelli che forniscono più che altro proteine e, tra questi, vanno favoriti pesce e legumi, la carne di pollo, le uova, i formaggi anche se non più di un paio di porzioni a settimana. Infine, al vertice della piramide, ecco gli alimenti da consumare con moderazione: poca carne rossa, ancora meno quella processata come i salumi e i dolci.

 

Un’ottima soluzione per tenere sott’occhio l’equilibrio delle componenti alimentari è quella del piatto unico. Molto spesso arriviamo affamati al pasto e ci riempiamo la pancia col primo, soprattutto e spesso solo carboidrati, mettendo magari da parte il secondo con le verdure che dovrebbero invece essere la componente principale. Il piatto unico è tutto lì, basta metterci dentro le migliori fonti energetiche: i carboidrati complessi, ovvero quegli alimenti che il nostro sistema digestivo assorbe in più tempo e, quindi, conferiscono più a lungo un senso di sazietà pasta e riso meglio se integrali, cous-cous, farro, orzo e cereali in generale. Dopo i carboidrati, ecco le proteine che possono essere vegetali con, ad esempio i legumi, o animali, compresi i derivati del latte. Ecco, allora, che vanno bene i formaggi, meglio se magri, i piselli, i fagioli, i ceci, la carne bianca e il pesce. Infine, aggiungere una fonte di fibra e di minerali che aiutano i nostri processi metabolici facendoci sentire più sazi e riducendo l’assorbimento di grassi. E, allora, verdure, verdure e, ancora, verdure.

 

Il pomodoro fa bene, fa ancora meglio se è biologico

Anche se spesso gli effetti benefici del pomodoro vengono associati al suo principale carotenoide ovvero il licopene, in realtà molti studi dimostrano come le caratteristiche salutistiche del pomodoro siano da riferirsi al prodotto in tutte le sue componenti, sia quando viene consumato fresco che trasformato. In particolare, un celebre studio dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università di Pisa, pubblicato anche sul British Journal of Nutrition, spiega come il pomodoro possa a tutti gli effetti rientrare nella categoria dei cibi funzionali, quegli alimenti che se consumati regolarmente possono contribuire a ridurre il rischio di inosrgenza di importanti malattie cardiovascolari e connesse ad alcune tipologie di tumori. Tutti dati e riferimenti che ci indicano quanto sia assolutamente auspicabile un aumento del consumo di pomodoro in tutte le sue forme, un suggerimento che, per altro, incontra sicuramente il gusto, le ricette e le tradizioni della nostra dieta mediterranea.

 

Ma se i pomodori che mangiamo sono anche coltivati biologicamente, funzionano ancora meglio. i pomodori bio, rispetto a quelli coltivati con altri metodi, contengono concentrazioni più elevate di calcio (15%), potassio (11%), fosforo (60%) e zinco (28%).

 

Sempre secondo lo stesso studio del Cnr, “il valore nutrizionale e nutraceutico è influenzato dalle condizioni di coltivazione e se la pianta cresce con i suoi simbionti naturali, aumentano le sostanze antiossidanti”. Insomma, tutte le caratteritische positive del pomodoro sono ancora più evidenti se il pomodoro è bio. Andando più nel dettaglio, poi, come abbiamo visto il pomodoro è un frutto molto ricco di licopene, un potente antiossidante, il cui assorbimento migliora mangiando il pomodoro cotto, che protegge il nostro organismo e contrasta i processi di invecchiamento. Il pomodoro è anche una buona fonte di vitamine, soprattutto vitamina C, fondamentale nel corretto funzionamento del nostro sistema immunitario, di vitamina A, importante per la salute di pelle, capelli e denti, e di potassio, che promuove il buon funzionamento dell’apparato muscolare.

 

Tutte qualità che sono potenziate dall’agricoltura biologica che è al centro della strategia dell’Unione Europea per rendere il settore agroalimentare sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Si chiama Farm to Fork Strategy (dal campo alla tavola) il programma che costituisce uno dei pilastri della politica europea per contrastare i cambiamenti climatici e i suoi effetti. Coltivare senza impiego di sostanze chimiche di sintesi così da non assorbire antiparassitari, fitofarmaci e metalli pesanti significa infatti pensare alla salute del consumatore di oggi, ma anche di domani. Perché vuol dire preservare la fertilità dei suoli agricoli e conservare la biodiversità degli ecosistemi, che ne proteggono vitalità e resistenza anche a garanzia delle generazioni future.

 

La qualità e la freschezza dei pomodori bio, lavorati entro poche ore dalla raccolta, garantiscono tutto il gusto, la ricchezza nutrizionale e la genuinità del Ragù Vegetale Bio Ohi Vita che, alle virtù del pomodoro, unisce le qualità nutritive di altre verdure bio come carote e cipolle. Il risultato è un sugo buono, sano e pronto in pochi minuti a base di verdure preparate con ingredienti che rispettano le normative del settore biologico. Nel pieno rispetto dell’ecosistema ambientale in tutte le sue componenti, le verdure di questo prodotto della linea Ohi Vita conservano intatte tutte le loro proprietà nutritive a vantaggio di un’alimentazione sana, equilibrata e salutare. Insomma, tutto il gusto di un prodotto 100% italiano, certificato secondo valori che testimoniano la cura della terra e della natura.